Lo studio Harpalis, società di consulenza che si avvale di un team di professionisti specializzati in aziende e progetti sul lavoro, a cui tre anni fa l’ex Presidente Alfredo Trentalange aveva incaricato l’indagine per la realizzazione dell’autonomia dell’AIA, dice che si può. La notizia fonte Ansa, apparsa in data 5 ottobre 2024, è di quelle che fanno davvero pensare come il mondo arbitrale sia un grande brand sul quale lavorare per migliorarne il futuro. E possiamo dire che Alfredo Trentalange aveva visto giusto, ponendo il suo lungo sguardo verso il futuro dell’AIA. Un qualcosa di futuribile a breve distanza, tale da snellire certi meandri lavorativi e gestionali del mondo arbitrale, per renderli più moderni nel creare nuove forme di miglioramento e formazione professionale. “Dare nuova forma all’AIA, supportare il lavoro delle sezioni e dei presidenti, formare la futura classe arbitrale e offrire forme di welfare per gli arbitri professionisti”. Un’idea straordinaria che Trentalange ebbe seguendo la filosofia del fare per migliorare l’organizzazione del mondo arbitrale. Quello fu davvero un progetto ambizioso ma fattibile, che secondo Harpalis, con il team guidato dai professori Sergio Menchini e Oronzio Manca, mostra che “l’AIA può essere autonoma e terza, pur rimanendo all’interno della Figc. Tutto garantendo l’autonomia gestionale, economica – finanziaria e tecnica – sportiva. Strumenti necessari per rispondere alle esigenze della base”. Lo studio, oltre a dare il proprio benestare sulla fattibilità del progetto, indica anche come dovrebbe essere la nuova Aia. Così si esprime Harpalis: “Un nuovo modello di governance con un direttore generale nominato dal Consiglio Centrale a capo di un comitato operativo di professionisti nelle aree della logistica, comunicazione e marketing, amministrazione, finanza e controllo gestione. Il Consiglio Centrale nominerà anche un direttore tecnico responsabile della parte tecnica – sportiva”.Luca Parenti ad di Harpalis ha detto: “Sono ragionevolmente convinto che l’AIA autonoma e gestita con principi aziendalistici, riuscirà ad incontrare investitori interessati a sviluppare relazioni economiche durature. Lo dico a fronte dell’esperienza maturata e consapevole del grande brand che il mondo arbitrale rappresenta”. Certo, il progetto è ambizioso e attuabile, almeno secondo lo studio fatto da Harpalis, con le spese per le coperture necessarie reperite dalle maggiori entrate derivanti da sponsor e partnership. Tuttavia, resta il fatto inconfutabile di un progetto di grande rilievo che l’allora presidente Trentalange seppe delineare con grande acume, nel desiderio di un ammodernamento necessario di quell’AIA che egli ha sempre visto con gli occhi di chi ha a cuore la grande famiglia arbitrale.
Salvino Cavallaro